domenica 24 febbraio 2013

Nestrian - Gli Umani



GLI UMANI

 











Nestrian - Gli umani III






GLI UMANI

 

capitolo III
 



 



LA RISCOPERTA DEL CONTINENTE



Nel 146 si stabilì definitivamente sul continente giungendovi con cinque aeronavi personali colme di materiali, approdò su un'alta costa riparata e creò il primo forte umano, Forte Lakay, in poco tempo divenuto una tenuta protetta e di importanza fondamentale in quanto centro di tutto il traffico di flotite dal continente alle isole.
In questo periodo si susseguono i viaggi nell’entroterra grazie alle aeronavi di Marchus, famose e ormai vendute in tutte le isole conosciute: i commercianti ed esploratori andavano e venivano dal continente, nella speranza di nuove scoperte e ricchezze ancora sconosciute.
È nel tardo inverno del 147 che Marchus, seguito dai propri fidati compagni d’avventura e una nutrita scorta personale, fa perdere le proprie tracce, scomparendo verso est a bordo di una sempre più tecnologica Ork Revanj. 
I mesi passano senza alcuna notizia, con un susseguirsi di voci e dicerie su una sua prematura dipartita o un coinvolgimento con la famosa società segreta Wityèm Mond. Nessuno, infatti, sa dire con certezza con chi si sia effettivamente allontanato dal suo avamposto: è pensiero comune che sia stato contattato da alcuni rappresentanti della Wityèm Mond per una missione segreta.
Non stupirebbe nessuno sapere che Marchus Christopher de Baòld-Naosys abbia un ruolo importante all’interno della società segreta; il suo genio e la sua mente libera difficilmente passerebbero inosservati.
L’unica cosa certa è che dopo circa sei mesi riappare con una nuova tecnologia in grado di far volare le città al di sopra del mare, a oltre cento metri di altezza: viene così creato il quartiere Isyèl, conosciuto anche come la "Città del Cielo", vicino a Lwen Lakay, divenendo il luogo più sicuro al mondo.

Il grande avamposto di Marchus è anche meta di tutti i più grandi artisti del mondo conosciuto, che fanno vanto dei viaggi sul continente alla scoperta di bellissime terre, rischiando la vita, così come dei naturalisti che sfidano la notte pur di ritrarre gli strani animali e mostri che popolano il grande continente perduto. Avventurieri, cercatori di metalli preziosi e flotite, artisti, naturalisti e mercenari: tutti gli spiriti avventurosi del mondo fanno a gara per un volo verso la terra perduta e traboccante di possibilità e prospettive.
L’avamposto di Marchus ne è la porta e lui l’unico in possesso della chiave.
Non bisogna tuttavia pensare che siano così tanti gli avventurieri: il viaggio è lungo ed al di fuori delle mura di Marchus si trovano infiniti pericoli mortali.
Solo pochi si sono creati negli anni l’esperienza per il viaggio continentale e marittimo in autonomia, poche guide estremamente esperte ed avvezze al pericolo, persone in grado di fiutare gli animali e pensare come i mostri delle foreste, abituati a camminare solo su terreni sicuri, ben conoscendo quali insidie si nascondano al di sotto.
Comunemente tutti si riferiscono a queste persone come “Limnyè”, gli Imperatori, di cui in realtà si sa molto poco o quasi nulla, a seconda dei casi.
Ogni imperatore è visto come una vera autorità mondiale, al pari di e l’halfling re Finn, di Delivre, che ne condividono il titolo.
L’umanità si riferisce contale termine anche a chi ha trasceso i limiti creando qualcosa di fondamentale o è riuscito in imprese incredibili, usando per i governanti la parola “Lalwa” cioè legge.

Alcuni Limnyè sono più attivi di altri nelle vicende sociali delle isole e partecipano alla vita politica e mondana solitamente come mecenati delle arti, protettori dei deboli e dell’equilibrio sociale.
Esistono anche imperatori malvagi perché corrotti dal potere, dalla ricchezza o dalla violenza, chiamati “Fènwak”, oscuri, temuti in tutto il mondo conosciuto ed in grado di portare squilibrio e tragedie.
Compito primario che gli Imperatori si sono posti è di arginare e fermare i Fènwak.
Tanti credono che la Wityèm Mond conti al suo interno molti imperatori.

Il governo umano è un governo centralizzato e forte, in grado di far valere le proprie decisioni con l’autorità e la potenza militare ma molto dipendente dalle grandi personalità quali Marchus Christopher de Baòld-Naosys, gli imperatori, le matrone Cail’Hin e Finn di Delivre.
Ogni isola abitata ospita una sede del governo che si occupa di raccogliere tasse, mantenere l’ordine ed organizzare feste.
Le feste isolane sono eventi molto importanti per ogni popolazione e sono sempre usate per prendere decisioni importanti come elezioni, spedizioni ed alleanze commerciali e politiche.
Ogni festa che si rispetti vede protagoniste le magnifiche danzatrici Cail’Hin ed Halfling, così come i danzatori del mare: uomini che si esercitano ogni giorno per raggiungere la perfezione dei movimenti, cosa di cui le Cail’Hin non necessitano.
La bevanda preferita dai popoli delle isole è la “Lennisia” la “Birra del Legno” o Ligneo Cervisia, deliziosa bevanda alcolica distillata ogni anno dagli spifferling, le cui riserve sono vendute a peso di flotite.

Per il resto il popolo umano è diviso in operose corporazioni, suddivise per mestiere e guidate dai più ricchi e di successo, ogni città offre diverse sedi, veri palazzi colmi di materiale e lavoro, spesso frenetici e dal viavai continuo.





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domenica 17 febbraio 2013

Nestrian - Gli Orchi


Nestrian - Gli Umani II


GLI UMANI

 

capitolo II
 



 



UNA PIETRA MAGICA



Presto i difensori del popolo umano furono sopraffatti, anche se dopo una eroica resistenza che permise agli uomini di scappare prendendo la via del mare, alla ricerca di isole ospitali dove ricominciare a vivere.
Aiutati dalle Cail’Hin come guide gli umani partirono in massa verso l’orizzonte.
La ricerca non fu vana e i migranti trovarono molte piccole isole disabitate dove, man mano, alcuni decidevano di stabilirsi, ma ci vollero quasi due anni di navigazione lenta e pericolosa per giungere nell'arcipelago di Sèkna Elavi, il "Cerchio vitale": una serie di isole creatasi attorno ad un bassopiano marino poco profondo e calmo, generatosi millenni prima dall'inabissamento dei resti di un grande vulcano ora del tutto estinto.
Il bacino di Sèkna Elavi fu scelto per divenire il centro dell'umanità e l'isola dove i coloni edificarono la prima capitale fu chiamata Lwen Lakay, "Grande Speranza", così come la città.

Seguirono secoli di pace in cui il bacino di Sèkna Elavi crebbe come popolazione e insediamenti: Lwen Lakay occupò l'intera isola e altre furono presto adibite a porti e magazzini.
Molte isole vicine iniziarono una strettissima collaborazione con quella che ormai era la capitale della razza umana.
La città cresceva in bellezza e maestosità, figlia dell'operoso ingegno umano e dei solidissimi insegnamenti orcheschi, cui venne dedicato un meraviglioso monumento nella piazza centrale: Karenan Estasìon, la "Piazza dei Maestri".
Gli umani dimostrarono così di essere una razza artistica quanto ingegnosa, difatti presto trovarono un modo per viaggiare relativamente sicuri tra isole vicine, almeno a piena vista d'occhio: costruirono grandi torri tra cui tendere trecce di corde molto ben tirate che rimanessero a qualche metro dalla superficie dell'oceano e agganciarvi quindi le navi in modo da non andare alla deriva.
Il metodo funzionò e fu possibile viaggiare per quasi tre chilometri da Sèkna Elavi, anche se la manutenzione delle funi era quanto mai dispendiosa e pericolosa.
La navigazione a fune permise però di riscoprire l'esistenza di una pietra molto strana che su un'isola ancora piuttosto primitiva la popolazione usava durante l'inverno e cucinare: se scaldata in acqua questa pietra rilasciava il calore molto lentamente, permettendo così di mantenere alta la temperatura in un ambiente per lungo tempo.

La flotite fu subito consegnata ai migliori ingegneri umani per essere studiata e furono trovati moltissimi impieghi per una pietra dalle capacità quasi magiche ed alchemiche.
Pochi anni dopo venne creato il primo motore a flotite e l’intera civiltà umana cambiò.
Le navi iniziarono ad avere motori e non più solo vele: grandi pale girevoli a vapore e più sofisticate pale sommerse, carrozze senza cavalli, molti nuovi tipi di armi in grado di colpire forte a grandi distanze con piccoli proiettili, infinitamente più piccoli di un dardo o una freccia: le Bucchanan Dife, "Bocche di Vapore".

Nonostante la crescente tecnologia ancora nessuno si era mai avventurato di nuovo sul grande continente da 165 anni, data la grande distanza e l'estrema pericolosità che significava solo certezza di non ritorno.
L'antico continente ormai era materiale per libri e leggende sui grandi maestri orchi, sempre ricordati come i migliori amici degli umani.
E' nel 113 dopo la fuga dal continente che nasce Marchus Christopher de Baòld-Naosys, la più geniale, sregolata, folle, senza limiti e ingegnosa mente che l'umanità abbia mai conosciuto.
Marchus non conosce limiti, fin da piccolo modifica e migliora le tecnologie che incontra, tanto che, poco più che ventenne, presa la piccola barca di famiglia, tutta la stoffa possibile, molte corde e la maggior quantità di flotite che i suoi risparmi gli permettessero creò qualcosa che avrebbe completamente modificato di nuovo il modo di vivere dell'umanità: la prima nave volante.
Non si accontentò: salpò subito verso il palazzo reale, calò l'ancora nel giardino durante la passeggiata mattutina della regina, invitò i sovrani a bordo e mostrò loro la meravigliosa macchina che aveva creato.

I sovrani furono così stupefatti e interdetti da non prendere decisioni per tre giorni, poi convocarono Marchus e tutta la sua famiglia a corte, gli offrirono senza possibilità di rifiuto il posto di capo ingegnere del regno di Sèkna Elavi con il preciso compito di costruire navi volanti più grandi.
Un anno dopo, nell'134, prendeva il volo la prima aeronave civile: "Zèlainan Yòles", "Le ali del Sole".
Marchus stava accumulando immense ricchezze, tante che si costruì una aeronave personale, armata di tutto punto.
Nell'anno 140 partì come primo esploratore del continente a bordo della " Ork Revanj ", la "Rivincita degli Orchi", alla volta dell'antico continente, con la precisa missione di portare indietro semi per coltivare, scoprire vie sicure ma soprattutto di stabilire un nuovo contatto con i grandi maestri orchi.
Furono necessari diversi viaggi per trovare tracce degli orchi, tuttavia Marchus e i suoi equipaggi scelti scoprirono miniere di flotite, tracciarono mappe del continente e delle isole, migliorarono le tecnologie, e divennero molto più ricchi.
In particolare Marchus divenne il più ricco essere umano mai esistito.





lunedì 11 febbraio 2013

News della settimana

Con questo post inauguro le news della settimana: ogni lunedì cercheremo di dare un'idea di quello che la settimana porterà.

Domani la prima versione del primo programma targato RoleForge.

Sarà un gestore di PG\PNG per i master che permetterà di avere sott'occhio fino a otto schede semplificate per ogni facciata di foglio A4.
Contando il retro potrete avere a disposizione fino sedici schede semplificate.

Nome in codice "+Master V 0.1", troverete un post qui e un link permanente nella sezione Download.

Il secondo capitolo degli umani di Nestrian uscirà tra martedì e mercoledì e forse per sabato il  terzo capitolo, che è già scritto ma va sistemato un pò ancora.

martedì 5 febbraio 2013

Nestrian - Gli Umani I


GLI UMANI

 

capitolo I
 



 



I PRIMI PASSI

Gli umani, nati come sparuti gruppi nomadi lungo le tranquille coste continentali si sono presto stanziati in piccoli villaggi prevalentemente di legno, palafitte e case sugli alberi, dove la foresta si spingeva abbastanza vicina al mare.
Le prime comunità si trovavano a sud di Nestrian: erano comunità sciamaniche di poche centinaia di individui, che sopravvivevano grazie alla caccia ed una innata abilità nel creare trappole per animali.
Tutti gli insediamenti sorgevano in prossimità di fonti d’acqua, fiumi, laghi o foci marittime.
Il popolo umano per lungo tempo ha creduto in una religione animista e spirituale già molto progredita, che venerava sia spiriti naturali che ideali incarnati.
La vita quotidiana dei villaggi trascorreva alla ricerca di cibo e materie prime quali legname lavorabile, pietre preziose e primi tentativi di allevamento.
La dieta a base di carne però creava periodi di scarsa alimentazione dovuti al clima così, alla ricerca di nuovi metodi per sopravvivere, gli umani viaggiarono verso nord per cercare nuovi animali da allevare.
 
Non ebbero fortuna nella ricerca, infatti non scoprirono nessuna nuova specie, ma furono gli orchi a scoprire gli umani.
Incuriositi da questa nuova razza, gli orchi seguirono in segreto per settimane gli sparuti gruppi di uomini che esploravano le vaste e fredde pianure del nord.
Alla fine gli inseguitori si rivelarono e, superato l’iniziale spavento e diffidenza umana, vennero portati nella più vicina città e scoprirono molte novità: le costruzioni nella roccia, armi migliori, le bevande alcoliche e soprattutto la coltivazione.
Gli esploratori umani tornarono portando metodi di coltivazione avanzati e funzionali, permettendo un’espansione mai vista prima dal popolo umano, arrivando fino alle terre abitate dagli orchi ed instaurando per la prima volta una proficua collaborazione sia militare che mercantile con un’altra razza.

Poco più tardi un nuovo e decisamente gradito incontro arrivò dal mare: il popolo delle Cail’Hin si trovo da subito a proprio agio tra gli umani, convivendo pacificamente in insediamenti comuni ed insegnando i primi rudimenti dell’arte della navigazione e della pesca.
La società umana ha sempre apprezzato la bellezza delle Cail’Hin, tanto da comporre canzoni, poesie ed epiche storie in cui degli umani compiono eroiche gesta per il cuore e l’amore di queste magnifiche creature.
Alle donne umane insegnarono l’arte della seduzione: ancora oggi si narra che le umane più seducenti del mondo siano state allevate per anni a bordo di galeoni Cail’Hin, divenendo bellissime grazie alla vicinanza di quelle maestre e divenendo del tutto irresistibili.
La società umana cresceva in dimensione e splendore: divisa tra la costa, le città degli orchi e le navi delle Cail’Hin, accumulando conoscenze diversissime e variegate e la prima vera cultura multirazziale del mondo.

Il tempo con la civiltà dei figli dei draghi trascorreva in pace, fino alla grande guerra dei fratelli.




domenica 3 febbraio 2013

Nestrian - Gli Orchi IV



GLI ORCHI

capitolo IV








UNA RAZZA ISOLATA



Ormai isolati dal resto del continente, gli orchi, pur se all’apice della civiltà pre-maegirica, non poterono che vivere della pastorizia e delle colture originarie, senza più alcun contatto con le altre specie, non avendo mai sviluppato una tecnica marittima oltre quella base per la pesca costiera. 
Le forti correnti marine infatti precludevano loro la possibilità di raggiungere le isole popolate e del resto gli altri popoli avevano troppo timore per tornare sul continente, foss’anche solo per commerciare. 

Nei millenni seguenti di isolamento la civiltà non riuscì più a progredire e sorse di nuovo il problema del sovrappopolamento: vennero emanate leggi per il controllo delle nascite, ma sin da subito furono osteggiate da tutta la popolazione. 
Fu così intrapresa una campagna di conquista verso le zone montuose ad est, dove erano stati cacciati troll e gnoll, dando finalmente uno sfogo al sovrannumero di orchi e ai loro spiriti guerrieri e belligeranti. 

Scoprirono così che i Maegir avevano abbandonato il continente, con le rovine delle loro nere città come unico memento della loro grandiosa civiltà. 
Dragvarosk-sud venne riaperta e ridiventò un presidio fortificato: gli orchi scoprirono infatti con immensa sorpresa che le ospitali e coltivate terre del continente erano ormai abbandonate ad una fauna e flora selvagge e mortali. 
Ricominciarono ad instaurare rapporti con le altre razze e finalmente gli orchi ebbero alternative per ridurre una popolazione troppo numerosa: gli orchi giovani, raggiunti i 15-16 anni dovevano abbandonare le proprie case , tornando solo dopo avere ottenuto successi o dato prova del loro valore. 

Così molti raggiunsero le isole come mercenari o per i lavori manuali più duri. Molti Cavalieri delle Viverne erano usati come scorta ai dirigibili più importanti dei nobili o dei dignitari (dato che l’aspetto elitario del gruppo rimase). Molti invece si unirono alla Legione, esercito regolare a presidio degli avamposti sul continente vicini alla fortificata Dragvarosk-sud ed eventuale punto di partenza per la riconquista delle antiche terre orchesche. 
Gli orchi mercenari sono dotati di un incredibile senso dell’onore e del rispetto del nemico, un forte spirito battagliero, un’insensibilità alle ferite e una costanza nel dare prova di grande coraggio.




I DRAGHI QUESTI SCONOSCIUTI



Anche se gli orchi venerano i draghi, considerati manifestazione materiale di Mrekalath (signore della terra e del fuoco, normalmente rappresentato come un drago a due teste) i “Draki” o “Draigy” o ancora “Kvoray” nell’orchesco arcaico originario sono in realtà i Linnorms, creature gigantesche simili a draghi, senza ali (o solo abbozzate) e con il corpo da serpente, abitatori dei territori a nord. Generalmente innocui se non istigati, gli orchi portano spesso loro offerte e sacrifici di animali per soddisfare la loro fame e ingraziandosi i loro favori in vista di importanti battaglie o eventi della vita. 

Considerando le viverne come un regalo della divinità da utilizzare in battaglia (saggiamente), gli orchi sono riusciti ad entrare in simbiosi con questi animali, diventando un tutt’uno, avatar della battaglia e mietitore di nemici sui campi di guerra.
 I Cavalieri delle Viverne, apice dell’accademia militare orchesca, sono a tutt’oggi considerati con rispetto e timore da tutti i popoli, elite guerriera di un’abilità irraggiungibile e sconfitta storicamente solo dai Maegir.